L’equiturismo è il futuro perché costituisce un modello di vacanza più equilibrato e diffuso, sostenibile e integrato, e perché risolve la gran parte dei problemi dei flussi di oggi.
Sapete cos’è? Un abstract scritto con l’intelligenza artificiale. Ebbene, Cavallo Magazine è all’opposto.
Mette l’anima e la passione nella nostra attività di divulgazione, diffusione e promozione della conoscenza della cultura equestre. Non perché migliore o peggiore, ma perché è la natura stessa dell’argomento che ci unisce a portarci sempre lontano dal copia-incolla. Il cavallo è il più grande comunicatore al mondo, con la sua empatia, sensibilità, inclusività, inclinazione naturale alla solidarietà e collaborazione.
È portatore di valori positivi anche quando si nega. La sua è una didattica naturale, creativa, crescente. Ed è per questo che il mondo equestre è sempre avanti rispetto alla società, oggi intrappolata nelle sabbie mobili di una digitalizzazione senza etica né controllo: pensiamo alla parità di genere, ora sui tavoli di tutte le aziende e sistemi; alla sostenibilità, divenuta strategica per la sopravvivenza; alla comunicazione non verbale, finalmente codificata anche a livello didattico e terapeutico; ovviamente alla sensibilità e all’attenzione verso i diritti degli animali e dell’ambiente in generale.
Il mondo equestre è avanti e lo sarà anche sull’intelligenza artificiale, rappresentando oggi quel ‘sentiment’ di emozione e collaborazione, di creatività e stile, di eleganza e bellezza che l’AI stereotipa e nega, ma che presto la società supererà in virtù di un nuovo umanesimo post-digitale.
Ed è per questo che Cavallo Magazine, pur alternando gli argomenti monografici cui dedica la sua rivista, ogni anno torna sempre con entusiasmo e passione sul tema fisso del turismo equestre. Perché questo tipo di vacanza sta alla società come la creatività all’intelligenza artificiale, perché il superamento della standardizzazione imposta oggi ai flussi (il 2% del territorio italiano assorbe oggi quasi la totalità del turismo nel nostro Paese) è già insito nel mondo equestre, che intercetta per elezione tre grandi direttrici del trend mondiale: sostenibilità, inclusione e condivisione.
Gli esempi virtuosi del Gran Sasso, delle leggi regionali in Calabria e Lombardia, dell’iniziativa della Provincia di Roma con l’ippovia vicino ai Pratoni del Vivaro e del Progetto Parco del Vesuvio devono essere un punto di partenza. La sinergia tra pubblico e privato, tra capitale e know-how, tra associazioni e operatori è il crocevia del futuro.
La strada da percorrere però è lunga e passa dalla rinascita degli ippodromi (luoghi d’elezione come locations turistiche e contemporaneamente aree di valorizzazione per le città) all’upgrade digitale (Tik-Tok ha fatto +400% di visualizzazioni in un anno sul tema viaggi), dal consolidamento della rete nazionale dei percorsi alla sinergia con altre aree di life-style, dal rafforzamento delle potenzialità turistiche dei circoli alla diversa narrazione istituzionale del nostro Paese, che alla tattica sicura dei grandi numeri dell’oggi deve affiancare una vision di maggiore prospettiva sulle tendenze future.
Come vi immaginate il turismo in Italia nel 2030? Provate a farlo. Con la fantasia umana, non l’intelligenza artificiale…
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